Francesco Carbone

2APPUNTI SULL’ATTIVITA’ ARTISTICA DI SALVATORE SALAMONE

Nei primi anni della sua pratica artistica, Salamone, guarda con molto interesse agli artisti del “NOVECENTO” (Morandi, Carra, Rosai, Sironi, ecc.), ritrae il paesaggio siciliano con la sensibilita’, la sapienza nell’uso del colore, la misura della composizione, che e’ tipica dei pittori gia’ citati, ne ripropone i silenzi, le assenze, i vuoti, insomma una sorta di poetica intimista.
Sono gli anni della formazione, dello sperimentare le possibilità che offre la materia pittorica.
Successivamente le letture, la frequentazione delle mostre, i rapporti con altri artisti, l’Istituto d’Arte prima e la Facolta’ di Architettura poi, il vivere a Palermo, le convinzioni ideologiche, lo portano sempre più verso il terreno della sperimentazione di nuove tematiche, nuove tecniche, nuovi materiali, in definitiva un nuovo modo di sentire la realta’che lo circonda.
Nascono cosi’i cicli pittorici de: “L’UOMO PACCO”, ”I FOSSILI DEL NOVECENTO”, “LA TERRA – CITTA’”, “IL GRANDE FUOCO”. Inizia ad interessarsi di stampa, e’ tra coloro che fondano la rivista “Il Foglio d’Arte” e, più tardi, “Cartagini”; collabora alla rivista di Palermo “Antigruppo” con Apolloni, Cane, Scammacca, Terminelli; inizia a frequentare Francesco Carbone e suo tramite Nicolo’ D’Alessandro, “Il Teatro Libero” di Beno Mazzone, “Godranopoli”, “Incontroazione”. Intanto collabora con alcuni disegni con “Il Giornale di Sicilia” e “L’Ora”, poi con la rivista di sperimentazione “Intergruppo” che diventa dopo l’incontro con Rossana Apicella “Intergruppo-Singlossie”.
In questo clima e in questo periodo nascono le opere del ciclo “Vi Prego Calpestate La Stampa” ed happening come “La Morte dell’Arte”, su cui tanto ha influito l’incontro artistico con Duchamp.
Ed ancora “Arredi Singlossici”, le opere di Mail Art, gli esperimenti di “Scrittura Visuale”, fino ad arrivare alle opere piu’ recenti con l’uso di materiali poveri come pietre, terra, legno, corde, ecc. alla ricerca delle origini dell’uomo e del suo fare arte, un ripercorrere la storia per ritrovare un senso al suo continuare a concepire l’arte (arte antropologica). Tra le ultime opere: “Textum”, tavolette in terra cruda dove l’artista, come lo scriba, utilizza strumenti arcaici, traccia antiche scritture, attraverso le quali cerca di rintracciare il dato cognitivo-creativo che è all’origine della nascita della scrittura e il tempo come silenzio e spazio per la riflessione.
Infine le grandi pagine di carta bianca: “Textum” pieni di invisibili scritture-texture, calcografie realizzate a mano. L’artista, procede instancabile, in mezzo a tanto caos per sottrazioni verso l’azzeramento, verso il silenzio per tornare a pensare. A pensare sulla soglia del 2000 gia’ schiusa quale sara’ il nuovo destino dell’arte? Questo pensa l’intelligenza creativa e sperimentale di Salamone nel silenzio che vorrebbe osservare. Vi sono ipotesi al riguardo sicuramente pertinenti, legittime, ma ancora insicure: la tecnologia, l’elettronica, l’informatica. Ma anche nel caso di una soluzione possibile, essa non potra’ riguardare soltanto nuovi mezzi tecnici dell’espressione, ma principalmente il cambiamento radicale della stessa nozione d’ arte e dei prodotti che tale nuova nozione proporra’. Questo “nuovo” deve consistere, intanto nella disattivazione di tutte le pseudo conoscenze che ci portiamo dietro con tutte le idee ricevute sull’arte, sulla creativita’, ecc. Il che ha uno scopo preciso: si tratta di creare un individuo nuovo, con tutti i sensi svegli, che impara a rendersi conto di cio’ che mette in pratica, sia il visuale, sia l’umano. E’ un apprendistato, un percorso che si fa insieme, in cui si fa parte di un organismo collettivo pur conservando tutta la propria individualità. Oltre all’educazione estetica, si acquisisce una educazione personale al fare non soltanto artistico e al vivere.
Per raggiungere questa condizione, Salamone ritorna, non solo mentalmente, alle origini: lavora con la terra, con l’acqua, con l’aria, col vento, con tutti gli elementi naturali. Queste scelte e questo impegno gli consentono cosi’ di contribuire attivamente al divenire certamente non facile dell’arte contemporanea.

Palermo, Novembre 1999.

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